FILUMENA MARTURANO
LE VOCI DI DENTRO
IL SINDACO DEL RIONE SANITA’
Sinossi spettacoli:
“Filumena Marturano” - 9 luglio 2023
L’Eduardiana si apre il 9 luglio con la commedia madre di Eduardo Filumena Marturano, “La storia è conosciuta da quanto fu padrona sulla scena. Per ricordarla? Basta Filumena. Per la morale, basta una battuta“ con queste parole Eduardo presentò al pubblico televisivo nel lontano 1962 il suo capolavoro. Oggi a distanza di 70 anni dalla sua pubblicazione è più attuale che mai, anzi eterno, che la compagnia “Insieme per caso” sta portando in scena dallo scorso giugno in varie piazze del Lazio e della Campania. Filumena è un simbolo, una donna dal carattere forte, quasi mascolino, ma che con l’ingegno e con le parole, con un mirabile strumento retorico offre e impedisce a Domenico Soriano di scegliere uno fra i suoi tre figli, così tutti e tre saranno uguali; si realizza così il suo desiderio: una famiglia unita, quella che da giovane non ha avuto. L’onestà, la libertà e la dignità sono i tre volti di questa donna che si dispiegano nei tre atti., Una donna vincente, trionfante nel primo atto; da ex prostituta è riuscita, con lo stratagemma della morte a farsi sposare dal suo ricco amante di sempre, ma condannata “dalla legge” che le mostra l’illegalità del suo gesto, appare sconfitta e annientata nel secondo atto, consapevole del fallimento del suo proposito. L’ultima possibilità è rivelare d’avere tre figli e che uno dei tre sia figlio proprio di Domenico, per poi lasciare casa Soriano. Ma saranno proprio le ultime parole di Filumena del secondo atto, la sua fermezza, l’ostinazione, la perseveranza, la profondità d’animo, a risvegliare la coscienza e la sensibilità di Domenico. Il dialogo tra di due del terzo atto li porrà sullo stesso piano, facendo riemergere e riaffiorare anche il reciproco sentimento che in fondo li aveva sempre uniti e a convincere Domenico ad accettare di sposarla, riconoscendo indistintamente i giovani come suoi figli. Ottenuta la giustizia, comunque un atto d’amore, esplode l’ultimo atto di libertà, le lacrime della donna, che mai fino ad allora aveva avuto la forza di versare. Un vortice di emozioni che la compagnia “Insieme per Caso” ha cercato con ostinazione ed impegno di rispettare e trasmettere, ad un pubblico anche non avvezzo al “napoletano”. Da qui la scelta del regista Angelo Grieco di attenuare il dialetto, così da rendere lo spettacolo più moderno e attuale. Il vortice di emozioni contrastanti, forti, profonde è reso possibile grazie ad un ritmo incalzante, puntuale, potremmo dire sonoro, dove la musicalità delle battute si fonde con l’eleganza e la fluidità di gesti, movimenti, sguardi e silenzi “sonori” che completano l’armonia del testo.
“Le voci di dentro” - 16 settembre 2023
“Le Voci di dentro” è una delle opere più distopiche di Eduardo De Filippo. L’autore penetra nella coscienza della famiglia Cimmaruta di cui il protagonista, Alberto Saporito, sospetta la responsabilità di un assassinio. Nel corso della trama, per molto tempo, non si capisce se Alberto ha sognato questo assassinio o vi abbia assistito realmente. È comunque l’occasione perché si dipanino sospetti e sfiducie, di tutti su tutti. È originale e accattivante scoprire come il protagonista metta in moto l’azione, denunciando questo assassinio e poi se ne faccia testimone. Ciò che rende affascinante il testo e che attrae lo spettatore è la continua sensazione di sospensione ed incertezza che oscilla tra sogno e realtà. In questa atmosfera fangosa di colpe, di sospetti, di delazioni sono coinvolti tutti, a dimostrazione tangibile di una incertezza morale tanto più cruda quanto più invade le relazioni familiari, soprattutto quella tra i due fratelli Saporito. Con questa commedia, Eduardo ha inteso dare “voce” all’animo umano nella sua versione più amara evidenziandone tratti con forti tinte negative anche in quelle relazioni familiari che, nell’affanno quotidiano, dovrebbero invece rappresentare l’ultimo baluardo dell’amore e della carità umana.
“Il sindaco del rione Sanità (oggi)” - data da definire
Antonio Barracano, uomo d’onore che sa distinguere tra gente per bene e gente carogna, è ‘Il Sindaco’ del Rione Sanità. Con la sua carismatica influenza e l’aiuto dell’amico medico amministra la giustizia secondo suoi personali criteri, al di fuori dello Stato e al di sopra delle parti. Chi ‘tiene santi’ va in Paradiso e chi non ne ha va da Don Antonio, questa è la regola. Quando gli si presenta disperato Rafiluccio Santaniello, il figlio della fornaia, deciso a uccidere la madre, Don Antonio riconosce nel giovane lo stesso sentimento di vendetta che da ragazzo lo aveva ossessionato e poi cambiato per sempre. Il Sindaco decide di intervenire per riconciliare madre e figlio e salvarli entrambi. Il Sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippo diventa un testo di forte attualità, capace di raccontare l’eterna lotta tra bene e male.
Dopo la prima messinscena, alcuni videro in Antonio Barracano un capo della camorra; altri un uomo che aveva ben in mente il senso della giustizia. Fu lo stesso Eduardo, in occasione della trasmissione televisiva del 1979, a precisare che Don Antonio solo accidentalmente è coevo al suo tempo, ma in realtà accarezza una nobile e primitiva visione del mondo, alimentata dal ricordo del suo passato e dal desiderio di un avvenire migliore.
«Non è un “padrino” – dirà – ma un uomo che ha vissuto sulla propria pelle l’ingiustizia e che, per sfiducia negli uomini, si fa giustizia da sé, sperando che si realizzi alla fine un mondo che sia “meno rotondo e un poco più quadrato”».